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R*HUB Milano

MILANO 2013 [AAA architetti cercasi 2013] – Rogoredo, da luogo di transito a destinazione, trova nuovo spazio nella mappa mentale di cittadini, abitanti e city-users attraverso un’armatura urbana che apre alla scala metropolitana rafforzando i legami tra la stazione, il quartiere e la città. Il progetto, confrontandosi con questo obiettivo, propone un hub urbano, spazio fisico e piattaforma digitale, che si posizioni nell’agenda quotidiana, punto di riferimento per darsi appuntamento, luogo di eventi. Un grande isolato permeabile definisce un sistema di spazi aperti in cui la sovrapposizione di sfere private e pubbliche favorisce contaminazioni e presidio. Un edificio ibrido, acceleratore di comunità e urbanità, integra luoghi per il commercio, il lavoro condiviso, il tempo libero e l’abitare attraverso spazi informali di relazione.

QUADRO STRATEGICO – L’arcipelago di recinti e frammenti che costituisce oggi il quartiere di Rogoredo necessita l’individuazione di un’armatura urbana in grado di definire gerarchie e relazioni che orientino scelte future e riposizionino gli elementi esistenti all’interno di una più chiara mappa mentale. Il centro di questa mappa è l’area dei servizi di stazione, un campo urbano che il progetto immagina come un continuum di spazi pubblici pedonali di qualità dove trova nuovo fronte la stazione intermodale (treni ad alta velocità, regionali, suburbani, metropolitana, metro-tranvia, parcheggi) e sono collocati e integrati i servizi ad essa collegati (albergo, servizi turistici, attività commerciali, spazi di lavoro). Le cinque aste che da qui innervano il quartiere, con sezioni urbane e caratteri diversi, vengono rafforzate nel loro ruolo di armature urbane: una maggiore attenzione a pedonalità e ciclabilità ha lo scopo di rendere agevole e piacevole orientarsi e raggiungere rapidamente la stazione da qualsiasi punto del quartiere; ma anche di collegare la stazione e il quartiere alla città e al sistema territoriale del parco sud, superando il senso di isolamento percepito.

UP - RHUB - GENERAL CONCEPT Gli insediamenti che già si attestano o si attesteranno direttamente su queste armature sono ripensati o progettati nel quadro strategico immaginando un carattere urbano costruito attraverso il rifiuto delle recinzioni, la cura dei piani terra e delle attività previste per i fronti stradali. Le enclaves residenziali che invece si collocano negli spazi tra le armature e sono riferibili all’idea di città diffusa vengono immaginate attraverso il rafforzamento della loro qualità ideale di residenza nel verde: un intensivo intervento di piantumazione all’interno di queste aree potrebbe migliorare la qualità ambientale del quartiere, alludendo idealmente all’antico bosco di roveri che gli dà il nome. Diffusi interventi puntuali mirano a migliorare e incrementare la porosità ciclo-pedonale di queste aree. Il carattere di Rogoredo, secondo questa strategia, si fissa nella sinergia tra alta accessibilità e qualità dello spazio pubblico: diverse grane e tessuti sono messi in relazione attraverso una chiara struttura metropolitana per un sistema urbano a gradiente di urbanità.

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DISEGNO URBANO – Il progetto si colloca in un’area di cerniera tra il campo urbano della stazione, il boulevard che porta a Santa Giulia e Mecenate e la possibile espansione a nord. In tale posizione strategica l’ampia sezione stradale del boulevard ospita la viabilità ordinaria, parcheggi, la sede tranviaria, una fermata del tram ed è progettata come armatura urbana integrando spazi verdi, ciclo-pedonali e restituendo visibilità al cavo Taverna, in una prospettiva di rigenerazione eco-sistemica del sistema idrico milanese. Il lato sud è riservato principalmente alla mobilità veicolare, il lato nord è dedicato alla mobilità lenta e si innesta nel sistema di spazi pubblici determinati dall’intervento di progetto. Tale sistema interpreta il tema della permeabilità dell’isolato favorendo la sovrapposizione di sfere private, semiprivate e pubbliche così da incentivare possibili contaminazioni e scambi, un maggiore presidio dei luoghi, una cura che definisce senso di appartenenza. La premessa della sicurezza è il riconoscimento a chiunque di potersi incontrare e comunicare gratuitamente o esistenzialmente e lo spazio mondano e urbano è la condizione radicale di questa comunicazione.

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L’attacco a terra è multifunzionale, occupato da spazi commerciali, di lavoro, di comunità e di relazione moltiplicando le possibilità di convivialità e si articola su più livelli. Le diverse scale e qualità degli spazi che delimita gli conferiscono un carattere specifico, più o meno pubblico e una varia attrezzabilità per eventi di diverso tipo, rivolti alla comunità, al quartiere o alla città. L’intenzione del progetto, attraverso le multiple relazioni che lo schema suggerisce, è di produrre effetto città, collocando questo luogo, inteso nella sua appartenenza al campo urbano della stazione, nella zona simbolica della metropoli contemporanea e dando origine e concretezza ad una vera e propria comunità, radicamento per chi lo abita, desiderio per chi lo potrebbe raggiungere.

 up-rhub-groundfloor PIANO DEI SERVIZI COLLABORATIVI – Il progetto si concentra sul carattere di Rogoredo quale luogo di relazioni e propone un piano dei servizi integrato che incentivi la contaminazione tra abitanti dei nuovi edifici, del quartiere e city-users. L’offerta di servizi, spazi, attività, a diverse scale e gradi di condivisione, favorisce corto-circuiti e incontri attraverso spazi ibiridi, sia fisici, sia virtuali/digitali. Questi hanno il compito di agire come acceleratori di comunità e catalizzatori di urbanità e prendono forma in una piattaforma digitale di comunità 2.0 e nel nuovo HUB di quartiere. La comunità di abitanti dei nuovi edifici utilizza la piattaforma per gestire le proprie attività, gli spazi comuni ad uso flessibile, gli oggetti in proprietà condivisa, la banca del tempo; per interagire con gli altri abitanti del quartiere attraverso il forum, i G.A.S., organizzando iniziative ed eventi; per accedere ad alcuni servizi di prossimità convenzionati. La piattaforma ambisce a facilitare l’integrazione dei nuovi abitanti con il quartiere e tra di loro e contribuisce all’organizzazione della comunità per la sua gestione. Abitanti e city-users possono usufruire di un supermercato cooperativo e di spazi di coworking. Il supermercato cooperativo, oltre alla vendita, offre servizi di gastronomia e ospita un’area dedicata a prodotti locali (Parco Sud) aperta alla gestione collaborativa da parte della comunità. Lo spazio di coworking offre soluzioni di vario tipo intercettando la domanda dei pendolari dell’Alta Velocità così come offrendo spazi economici a giovani start-uppers o professionisti; si lega strategicamente alle residenze temporanee e home-office. La partecipazione alle attività collaborative è incentivata attraverso la gestione di un sistema interno di crediti. Supermercato e cowo sono messi in relazione attraverso un grande salotto di quartiere, living room di comunità dove trovano spazio un caffè, zone di lavoro, wi-fi ad accesso libero: luogo di serendipity, interazione e incontri. L’HUB si presenta come un luogo urbano che nella mappa mentale e nell’agenda quotidiana di abitanti e city-users diventi occasione per gestire contemporaneamente lavoro, spesa e tempo libero, punto di riferimento per darsi appuntamento. Questi servizi, in stretta relazione con le residenze, determinano la mixitè e il pattern relazionale che mirano a conferire al luogo un carattere di viva urbanità.

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CONCEPT ARCHITETTONICO – La posizione strategica e il ruolo urbano che il progetto intende interpretare richiede per l’edificio multifunzionale un salto di scala. Il progetto dunque unifica interamente la volumetria commerciale e quella dedicata alla residenza convenzionata proponendo un grande isolato poroso multifunzionale. Questa scelta costruisce un sistema di relazioni che supera l’idea del recinto, del limite interno/esterno, privato/pubblico e si estende ad esplorare un decalage di spazi a gradiente di intimità/pubblicità che offre molteplici potenzialità relazionali e presidio e cura degli spazi: una ricchezza e inclusività non sconosciute ad alcune tipologie della tradizione milanese, che trovano nuova scala, apertura e possono ospitare nuovi stili di vita. La moltiplicazione dei livelli di suolo radica e integra l’edificio allo spazio pubblico di sua pertinenza aumentando la sezione di permeabilità pubblica verticale.I servizi collettivi e le attività commerciali costruiscono un basamento su cui si avvolge un corpo residenziale progettato secondo uno schema logico modulare che si presta ad associare in modo semplice istanze strutturali, impiantistiche e tecnologiche e a garantire ampia flessibilità tipologica e variabilità sia in fase progettuale, sia nei modi d’uso. L’edificio contiene un supermercato cooperativo attivo nel coinvolgere produttori e associazioni locali, un grande caffè informale per l’innovazione, un servizio di co-working a più livelli di condivisione, residenze speciali per abitare/lavorare/innovare, spazi di comunità, appartamenti al giusto costo per professionisti, giovani coppie, famiglie: una comunità che vive, lavora, condivide, scambia.

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Lo schema logico flessibile dell’edificio consente di variare il mix tipologico in fase progettuale orientando le scelte relative agli spazi per l’abitare, per il lavoro o per tipologie ibride casa-lavoro. La promiscuità tra queste funzioni è un tema radicato in alcune tipologie storiche e contribuisce alla definizione del mix di pratiche che concorrono al presidio degli spazi e alla generazione di urbanità. Lo schema tipologico proposto definisce un modulo e una varietà di possibili interpretazioni del tema secondo una scala gradiente che va da lavorare ad abitare, da pubblico a privato, da massima condivisione a massima privacy. Il concept propone soluzioni per diversi tipi di utenti. Il residence dell’innovazione è rivolto a giovani start-uppers e innovatori con basso budget per residenze brevi, workshop, venture weekends, è collegato in modo diretto agli spazi di coworking. Gli spazi dell’abitare sono piccoli studi, dove dormire o pensare, o camere collettive e sono tutti in stretta connessione con gli spazi di relazione, spazi collettivi per la convivialità e il lavoro. Le case-bottega e case-studio sono tipologie indipendenti monolivello o duplex con vetrina o accesso diretto dall’esterno per la parte dedicata al lavoro e privacy per la parte dedicata all’abitare. Si rivolgono a giovani professionisti, artisti, artigiani che possono unire produzione, vendita e residenza all’interno dello stesso spazio. L’articolazione degli spazi interni alla grande corte e la moltiplicazione dei livelli pubblici consente di offrire maggiori possibilità di interazione diretta e vetrina.

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R*HUB MILANO

  • luogo: Milano 2013
  • promotore: AAA architetti cercasi 2013
  • superficie: 32000 mq
  • programma: social housing, commerciale, terziario
  • team: Alessandro Frigerio, Fabio Lepratto, Francesca Guffanti (architetto), Stefano Minini (ingegnere dei trasporti), Serena Pollastri (service designer), Daniele Piludu (ingegnere)